I nostri Argonauti

Il viaggio teatrale che abbiamo sviluppato insieme nel 2024 all'Atelier Teatro ha dato spazio creativo alle proposte ed esigenze di ognuno condividendole tra tutti e trasformandole in invenzioni sul piano narrativo e corporeo.

Il dispositivo scenico si ripeteva sempre uguale dando ad ognuno riferimenti e sicurezze, ma al suo interno ogni incontro proponeva diverse tappe e nuove avventure teatrali. Tutti, chi prima e chi dopo, hanno fatto il passaggio al simbolico, accettando il gioco della finzione teatrale e della libertà di esprimere attraverso il corpo e la voce, in uno spazio immaginato, il proprio mondo interiore trasformato attraverso il proprio personaggio.

Il dispositivo prevedeva:

- Entrata nel quadrato scenico (segnato al suolo con lo scotch) con il proprio nome e via via dei gesti ripetuti da tutti ai quali si aggiungevano deambulazioni espressive legate al tema del giorno.

- Ballo libero su una musica scelta a turno da ogni partecipante.

- Riscaldamento in cerchio, con gesti e suoni proposti da ognuno e ripetuti da tutti.

- Piccola coreografia che si è andata via via sviluppando lavorando sulla memoria corporea, la coordinazione e il ritmo.

- Lettura dal testo «Le Argonautiche» di Apollonio: un breve estratto che introduce l’episodio dell’incontro. La presenza del testo originale, con il suo linguaggio poetico, ha dato spessore alle nostre azioni, pur lasciandoci completamente liberi di trasformarle secondo le caratteristiche dei nostri personaggi-eroi.

- Entrata in drammatizzazione attraverso il portale-mare annunciando il nome del proprio personaggio e vestizione con delle cinture/mantelli di tessuti : gesti piccolissimi, ma passaggi simbolici fondamentali.

- La drammatizzazione, e cioè la messa in gioco scenico dell’avventura del giorno, con riferimenti spaziali e semplici oggetti scenici per significare luoghi e personaggi incontrati, amici e nemici. Un elemento fondamentale è stata ad esempio la nave Argo, che pur essendo semplicemente suggerita da un cordolo di carta sufficientemente grande da contenerci tutti, si è andata via via arricchendo di tutti gli elementi necessari alla nostra navigazione e alle nostre avventure. Anche condividere uno spazio ristretto, considerando l'essenziale per ognuno, è stata un’esperienza che ci ha fatto crescere molto. Così; quando, alla fine del viaggio, abbiamo trovato una nostra terra dove fondare la nostra casa, è stato facile, quasi evidente, immaginare uno spazio comune per le necessità quotidiane di tutti. L’obiettivo finale del viaggio de «i nostri Argonauti» infatti, non era il vello d’oro, che pure abbiamo conquistato!, ma trovare una terra ospitale dove fondare la nostra nuova casa insieme: lo abbiamo capito piano piano lungo il percorso.

- Rilassamento con lettura di una storia da parte del nostro amico Tamburello: quando abbiamo scoperto il piacere della lettura di Giulio/Tamburello abbiamo introdotto questo momento rilassante con grande soddisfazione di tutti.

- Uscita dalla drammatizzazione attraverso il portale/mare annunciando il proprio nome reale e svestizione.

- Saluti rituali in cerchio.

La disinstallazione del dispositivo scenico e cioè togliere lo scotch, togliere gli oggetti scenici e riporli al loro posto, rimettere tavoli e sedie nello spazio del salone, è diventato anche un momento di lavoro collettivo più o meno partecipato da tutti per volontario desiderio.

Aggiungo a questo proposito una nota sul ruolo di «scenografo» di Marco, che si è aggiunto al gruppo a metà percorso e che ha trovato nel suo contributo all’installazione del dispositivo, arrivando prima degli altri, un suo spazio speciale, un ruolo un po’ diverso, ma altrettanto necessario e accettato da tutti. Questo gli ha permesso anche di partecipare con elasticità alla drammatizzazione: Tizio/Marco era nel gruppo di eroi ma poteva anche aiutare l’azione dei compagni utilizzando elementi scenici o interpretando personaggi esterni incontrati nell’episodio del giorno.

Un esempio per dirvi l’attenzione che poniamo alle necessità individuali di ognuno.

A partire da metà maggio abbiamo lavorato sulla costruzione del nostro ambiente di vita ed è stato interessantissimo e molto apprezzato dai ragazzi che hanno dato espressione a tutti i loro desideri per un futuro autonomo e di felice condivisione.

Negli ultimi due incontri abbiamo voluto ripercorrere con loro le tappe essenziali di tutto il viaggio dell’anno, per verificare la memoria di cosa era rimasto di più importante e per dare loro la soddisfazione e la consapevolezza del grande viaggio che avevamo fatto insieme e della sua coerenza.

Abbiamo riprodotto in un grande e lungo cartiglio il percorso riunito in 20 tappe con dei titoli di riferimento e dei disegni, lo abbiamo significato al suolo con lo scotch e ripetuto brevemente con l’azione ad ogni tappa.

I ragazzi hanno rivissuto e ricordato con entusiasmo.

Le 20 tappe erano le seguenti:

1) Allestimento nave, presentazione degli eroi e partenza

2) Isola del Grizzli e dei dinosauri

3) Passaggio delle Simplegadi che si muovono schiacciando le navi

4) Isola di Lemno abitata dalle donne

5) Passaggio del Bosforo con la grande onda

6) Incontro con l’amico Tritone che indica la via, dona un messaggio su una conchiglia per trovare le perle magiche sul fondo del mare

7) Isola disabitata per approvvigionamento e restauro nave

8) Isola di Fineo e Arpie

9) Incontro con Tizio e isola di Riposalbero

10) La grotta dell’Ade

11) Isola dei Mariandini

12) Isola del contrario dei Mossineci

13) Il canto delle Sirene

14) Isola dello gnomo e le pozioni trasformative

15) Tempesta e attraversamento del deserto di Libia con la nave

16) Scilla e Cariddi

17) Isola del gigante Talos

18) Presa del Vello d’oro con Godzilla

19) Notte nerissima e intervento di Apollo che indica la nostra terra con un segno di luce in cielo

20) Fondazione della nostra casa comune sulla nuova terra


I 6 ragazzi sono stati sempre seguiti dalle tre operatrici responsabili: Margherita Piantini (responsabile artistica), Gloria Badin (responsabile clinica), Raffaella Marchiori (psicomotricista). In assenza di una di noi, partecipava Paola Fresu (psicologa) che  i ragazzi conoscono dalle esperienze dell’anno scorso. Si sono inoltre avvicendate diverse staggiste psicologhe (almeno una o due a incontro) arricchendoci dei loro apporti personali: Fabiana De Lisio, Ecaterina Novur, Anna Sertorelli, Giulia Decò. 

Tutti gli incontri sono stati preparati da una riunione delle operatrici in cui si discute delle reazioni dei ragazzi nell’ultimo incontro e si prepara in funzione quello successivo. Le situazioni più interessanti o complesse vengono inoltre riportate e discusse nella riunione settimanale d’equipe di tutti gli operatori della Fondazione.

Istantanee dal viaggio dei nostri Argonauti