Colibrì, zebre, nuvole e altre storie






Colibrì, zebre, nuvole e altre storie

Produzioni dall'Atelier online di Disegno e Pittura durante il confinamento e dagli spazi della V-A-C Foundation



con Alessandro Cipriano, Carolina Scarpa, Chiara Mangiarotti, Cristiano Vettore, Greta Bacher, Ilaria Marcon, Kokoro Dalla Valentina, Marco Billi, Margherita Magnanini, Mattia Dian, Mattia Faustini, Mattia Marchiori, NaturOnda06, Pietro Rech



a cura di Cristiano Vettore e Chiara Mangiarotti



Venerdì 18 settembre 2020: ore 16.00, 17.30

Sabato 19 settembre 2020: ore 11.00, 16.00, 17.30


V-A-C Foundation, Zattere, Dorsoduro 1401, Venezia


Visite contingentate su appuntamento



L’Atelier di Disegno e Pittura online della Fondazione Martin Egge Onlus

di Chiara Mangiarotti

L’Atelier di Disegno e Pittura online della Fondazione Martin Egge Onlus è stato attivato l’indomani del confinamento a causa del Corona Virus. Una scommessa che abbiamo fatto per non lasciar soli i nostri ragazzi e le loro famiglie in un periodo così difficile. La loro risposta ci ha sorpresi: Alessandro, Mattia D., Mattia M., NaturOnda06, Kokoro e Pietro hanno partecipato con crescente entusiasmo, coadiuvati da Cristiano e da me e da quattro tirocinanti della facoltà di Psicologia di Padova - Carolina, Ilaria, Margherita, Mattia e una tirocinante dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, Greta.

Una volta tanto siamo stati noi a entrare negli schermi che a loro sono così congeniali e ci siamo trovati accumunati, ragazzi e operatori, da un medesimo pericolo a cui far fronte, dalla stessa paura che ci costringeva all’isolamento. Uno per uno nelle nostre case, il confinamento, anziché viverlo come coazione, abbiamo avuto la chance di soggettivarlo, ognuno ha potuto farlo proprio attraverso gli strumenti della creazione artistica.

Siamo partiti dalla “Leggenda del colibrì”, a cui in seguito abbiamo agganciato altri temi riguardanti gli animali, la natura, gli aborigeni australiani, i vulcani, la storia di Nicolò e dell’unicorno, gli spazzini sulla luna, le nuvole, proposti attraverso film di animazione, fotografie di animali, e riproduzioni di opere di artisti di ieri e di oggi.

A cominciare dalla “Leggenda del colibrì” i ragazzi sono stati coinvolti a disegnare i personaggi protagonisti di un’avventura: lo spegnimento di un terribile incendio. Sotto il segno di un colibrì coraggioso, nell’ambiente protetto dell’etere, i nostri artisti si sono agganciati a questo primo stimolo e, a poco a poco, si sono appassionati, creando legami nuovi tra di loro. Non solo abbiamo disegnato e dipinto, ma abbiamo intavolato discussioni sull’arte e sui temi che via via emergevano attraverso gli argomenti proposti.

La parola di ognuno, sostenuta e rilanciata dagli operatori, ha intessuto un’atmosfera di desiderio intorno agli oggetti che ciascun ragazzo andava elaborando. La conversazione proseguiva poi, tra un atelier e l’altro, nella chat di WhatsApp. Ognuno a suo modo, ha fatto emergere la propria voce in un progetto collettivo. Ognuno a suo modo, ha reagito inaspettatamente al nostro “far di necessità virtù”, non cessando di stupirci con invenzioni sempre nuove.

Il risultato sono le opere che vedete qui esposte, in cui ogni autore ha interpretato con il proprio segno, con il proprio stile personale i temi proposti e, nelle tele collettive - prodotte quando ci siamo ritrovati in presenza, nei bellissimi spazi che la Fondazione V-A-C ci ha messo a disposizione - ha lasciato la propria inequivocabile impronta singolare.

Questi lavori testimoniano dell’atmosfera gioiosa in cui sono stati creati ma anche delle “storcizie” - per impiegare il neologismo creato da Mattia D. - che questo periodo ha portato con sé e che, in particolare, l’opera collettiva “Parzialmente nuvoloso” riflette, attraverso qualche cumulo minaccioso e un tramonto infuocato da un incendio che non si è ancora spento.



Talismani per tempi bui

di Cristiano Vettore

Giovedì 24 giugno si è svolto l’ultimo Atelier di Disegno e Pittura online. In questi mesi, così inaspettati e drammatici, ce l’abbiamo messa davvero tutta per assicurare ai nostri giovani artisti che quel “filo di normalità”, rappresentato dal nostro incontro settimanale, non subisse alcuna interruzione, proseguendo imperterrito il suo cammino, malgrado le difficoltà con cui tutti ci siamo ritrovati a confrontarci.

Cimentarsi nell’organizzare, da un momento all’altro, un atelier in modalità telematica non è stato semplice; per molti di noi significava addentrarsi in un terreno totalmente sconosciuto e non privo di criticità, per tutti noi ha, tuttavia, rappresentato fin da subito una sfida troppo importante per non essere colta, nonché, date le circostanze, un vero e proprio fabbisogno da soddisfare.

Giunti alla fine di questo percorso, posso dire di essere soddisfatto oltre ogni più rosea aspettativa, ma soprattutto sorpreso dalla risposta e dalla capacità di adattamento a questa nuova realtà quotidiana dei nostri ragazzi, che ancora una volta, non hanno smesso di stupirci.

Malgrado qualche normale balbettio iniziale, il nostro nuovo appuntamento del giovedì, davanti agli schermi di Zoom, ognuno dalla propria abitazione, si è rivelato molto presto uno straordinario, quanto inatteso, strumento di trasformazione, sviluppo e crescita tanto per i ragazzi, quanto per gli operatori tutti. Una piccola oasi felice ed inattaccabile, una tettoia sotto la quale ripararci durante il nubifragio, un talismano contro i tempi bui.

Da quei giorni di fine febbraio sembra essere passato molto tempo e cambiate un migliaio di cose; sarebbe banale e ipocrita affermare che la nostra voglia di creatività e condivisione sia rimasta sempre la stessa, inalterata, durante l’attraversamento di questa vera e propria tempesta, soprattutto a livello emotivo.

Essa, al contrario, è mutata molto, ha intrapreso strade nuove, semplicemente inimmaginabili fino a qualche mese fa, alcune in salita, altre in discesa, dalle quali ne è uscita, senza ombra di dubbio, consolidata ed impreziosita, perché molto più consapevole.

Ecco perché ora, se veramente ci stiamo avviando a lasciarci alle spalle questa fase, sentiamo l’obbligo morale di voltarci a guardare e riflettere attentamente sulla sostanza di ciò che ci lasciamo dietro; anche noi, nel nostro piccolo, cercheremo di impegnarci nel far tesoro di questa esperienza.

In verità, però, che non si dica che in tutti questi mesi ci siamo annoiati a casa; al contrario, ci siamo fatti minuscoli per volare sulla groppa dei colibrì fino in Africa, abbiamo ascoltato le leggende delle tribù indigene più selvagge, osservato i leoni e le zebre, parlato nelle orecchie agli elefanti; e poi ancora giù fino in Australia, tra koala e vulcani, ad osservare da vicino gli usi delle popolazioni aborigene e carpire i segreti della loro millenaria arte. E, già che ci siamo, perché non fare un salto sulla luna per chiederle e rivelare: “che cosa fa di notte?”, o far due passi sulle nuvole per scoprire, una volta per tutte, la loro reale forma e se la nostra testa l’avevamo scordata sul serio lassù da qualche parte (per la cronaca l’avevamo anche ritrovata ma, da bravi artisti, abbiamo scelto di lasciarla ancora per un po’ lì, che in fondo tanto male non ci sta.)

Insomma un viaggio epico e fantastico, intrapreso tutti assieme, malgrado tutto, con il sorriso sulle labbra, alla ricerca di storie belle, che parlassero di amicizia, condivisione e quella resilienza alla quale, mai come in questi mesi, ci siamo appellati.

Ve le racconteremo, queste storie, il prossimo autunno, nelle sale della V-A-C Foundation, prestigiosa istituzione russa, presente a Venezia e particolarmente attiva ed apprezzata nel panorama della divulgazione della cultura e dell’arte contemporanea e con la quale ci auguriamo di instaurare un propositivo rapporto di collaborazione.

È presso questa prestigiosa sede che avremo l’onore di essere ospitati per il ciclo dei tre atelier estivi di luglio, nel corso dei quali completeremo in bellezza, è proprio il caso di dirlo, il percorso intrapreso in questi mesi, cimentandoci nella realizzazione di un ciclo di opere site-specific liberamente ispirate alla tecnica del “kakemono” giapponese.

Il tutto con la speranza che questa parentesi estiva possa rappresentare idealmente un ponte tra un passato recente da custodire preziosamente dentro di noi ed un futuro da riconquistare, improntato verso un ritorno a quella normalità, che mai come dopo questo periodo, ci siamo resi conto essere così straordinaria.

Da qui ripartiamo, più forti ed arricchiti. L’emozione e la curiosità non mancano: seppur con la mascherina sul volto e costretti a rinviare il momento degli abbracci, siamo certi che, a differenza del Covid19, la creatività e l’allegria possano essere assolutamente ed irrimediabilmente contagiose, pur assicurando il più meticoloso rispetto delle fondamentali misure di distanziamento sociale.

La mostra

La residenza d'artista alla V-A-C Foundation