Testimonianze sulla Fondazione

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▪ "Siamo un gruppo di familiari che afferiscono alla Fondazione Martin Egge Onlus di Venezia (Amici della Fondazione Martin Egge Onlus).

Le nostre provenienze sono eterogenee, ma ci accomuna aver fatto una o più esperienze presso i laboratori organizzati dalla Fondazione Martin Egge Onlus di Venezia.

Il nostro intento è di rappresentare quanto di positivo abbiamo sperimentato nei vari atelier organizzati da questo Ente, dove i nostri figli non vengono sottoposti a trattamenti non etici e strizzati in lenzuola fredde; dove le mamme non vengono colpevolizzate per l’autismo dei loro figli, ma trovano rispetto per la loro singolarità ed interventi il più possibile individualizzati.

Auspichiamo un sereno confronto presso le Istituzioni circa i metodi validi per le persone autistiche, non influenzati da retaggi del passato."

I genitori "Amici della Fondazione Martin Egge Onlus"



▪ "Siamo i genitori di Massimiliano, giovane 18enne che da due anni frequenta il 'laboratorio della parola' presso la Fondazione Egge di Venezia, dove ha la possibilità di esprimere la sua passione per le parole. Massimiliano partecipa con entusiasmo agli incontri perché viene dato spazio ed interesse alle parole che continuamente inventa e combina insieme, esprimendo il suo mondo interiore, le sue angosce e i suoi desideri. Come genitori ci siamo resi conto che per comunicare con lui e aiutarlo a stare nelle diverse situazioni quotidiane è necessario ascoltare e tenere presente la sua particolare modalità comunicativa, di cui alla Fondazione tengono fortemente conto valorizzando questa sua peculiarità. Massimiliano lo sa e per questo si reca volentieri all'incontro settimanale!"

P.R. D.V.



“Mio figlio ha frequentato un atelier artistico presso la Fondazione Martin Egge di Venezia, proseguito per un periodo anche al centro diurno che lui frequenta. L’approccio con cui è stato educato dai due fino agli attuali 26 anni, è quello cognitivo-comportamentale.

Tra fine del 2016 e l'inizio del 2017, in occasione di eventi familiari particolari, lui aveva cominciato a rifiutare tutto quanto gli veniva proposto, anche di uscire e perfino di lavarsi. In un clima di totale confusione e sinceramente di dolore profondo, conoscere la Fondazione Martin Egge Onlus è stata una mano tesa che noi abbiamo colto, superando una certa resistenza dovuta al mio bagaglio culturale sull’autismo ed ai pregiudizi sull’approccio psico-dinamico.

Abbiamo spesso discusso di questo argomento con gli psicologi della Fondazione in modo molto sereno e costruttivo, e questi chiarimenti mi hanno permesso di aggiungere dei tasselli importanti al quadro educativo di mio figlio.

Come madre, posso anche dire di essere sempre stata accolta ed incoraggiata, mai giudicata per le mie angosce e debolezze, come se fossi una famigerata ‘mamma frigorifero’.

Pur essendo consapevole che la psicanalisi abbia proposto una eziologia dell'autismo che le scoperte delle neuroscienze hanno definitivamente messo da parte, sul piano dell'intervento ho imparato cose nuove, un lessico diverso, ed ampliato i miei orizzonti sull'essere umano con autismo.

In particolare, ho potuto osservare e riflettere molto sul concetto della singolarità della persona con autismo, che viene considerata un tesoro prezioso, quindi rispettata e venerata quasi, da parte dei professionisti che si mettevano a fianco di mio figlio, non davanti, per aiutarlo ad esprimersi nell'arte grazie al suo talento. Questa è l'etica che ho visto accompagnare trasversalmente l'intervento di questi 'pericolosissimi lacaniani', a tal punto che quando mio figlio entrava nella stanza, lo salutavano con un inchino. Meraviglioso!"

A.T.



▪ “Siamo i genitori di Alessandro, un ragazzo con sindrome autistica e con questa lettera vorremmo testimoniare l’esperienza positiva che da alcuni anni sta compiendo presso la Fondazione Martin Egge Onlus di Venezia.

Grazie a professionisti preparati e profondamente motivati Alessandro ha iniziato un percorso mirato a valorizzare l’aspetto della 'comunicazione' attraverso le proprie capacità espressive, in un ottica di collaborazione e di condivisione con altri ragazzi. L’interesse dimostrato da Alessandro agli incontri è altissimo e molto proficuo in termini di miglioramento delle capacità espressive e di relazione. Non solo noi genitori ma tutte le figure professionali che seguono quotidianamente Alessandro evidenziano continui progressi di tipo espressivo e comunicativo e della consapevolezza di sé. Siamo genitori grati a tutti i professionisti della Fondazione e vorremmo sottolineare con forza la propria scelta e il diritto di ogni genitore d'individuare l’approccio terapeutico più opportuno per il proprio figlio. Siamo convinti che grazie alla Fondazione Martin Egge , Alessandro stia realizzando un percorso di vita prezioso per il suo futuro, gratificante per il suo presente, e colmo di esperienze personali mai affrontate in passato. Sappiamo che oggi in questo campo della disabilità esistono correnti di pensiero e approcci terapeutici diversi, ma riteniamo che ogni individuo sia unico e singolare con peculiarità originali non confrontabili a nessun altro individuo. La libertà di scelta del percorso terapeutico da seguire è inevitabile.

Nel caso di Alessandro, grazie alla Fondazione Martin Egge, le capacità artistiche rappresentano un valido strumento per il miglioramento della comunicazione e delle capacità di relazione. Con gratitudine."

F.C. e D.C.



“Nostro figlio Mattia conobbe la Dott.ssa Mangiarotti nell’ottobre 2011, anno in cui venne a mancare il suo psicoterapeuta, il Dott. Martin Egge.

Fin da subito i due riuscirono ad instaurare un bel rapporto. Mattia ha sempre avuto la passione di inventare storie, cosa che iniziò con il Dott. Egge e continuò a fare con la Dott.ssa Mangiarotti.

Attraverso l’identificazione di Shrek, ovvero l’Orco Buono, il protagonista delle sue storie, inventava situazioni e nuovi personaggi, sviluppando associazioni logiche nel tempo e nello spazio, dimostrando uno spiccato senso dell’ironia. Dalle sue scritture capimmo che Mattia creando un mondo di fantasia parallelo al nostro è riuscito a creare un ponte di collegamento al mondo reale.

Dal laboratorio di scrittura, ormai da un anno, Mattia sta familiarizzando con l’arte, attraverso la tecnica del disegno e della pittura, partecipando ad un atelier di gruppo dove ogni ragazzo sviluppa le proprie passioni. Oltre ai disegni, da qualche mese Mattia si è cimentato nuovamente nello scrivere, e a modo suo interpretare canzoni rap, genere di cui è molto appassionato.

Possiamo dire che in tutti questi anni, attraverso le sedute di psicoterapia e soprattutto attraverso l’atelier Mattia è migliorato ed è riuscito a creare delle belle amicizie con molti dei ragazzi che lo frequentano."

S.B. e M.M.



▪ “Mio figlio Mattia partecipa all'atelier di pittura presso la Fondazione Martin Egge Onlus. Posso affermare che in questo contesto Mattia è stato guidato professionalmente ad approfondire e ad esprimere le sue doti artistiche cooperando in gruppo. Ha imparato tecniche nuove, è stato gratificato e sicuramente ha trovato un ambiente dove poter esprimere le sue potenzialità."

D.B.

▪ “La Fondazione Martin Egge Onlus si sta rivelando una risorsa fondamentale per il nostro piccolo di cinque anni. Circa tre anni fa, vivendo negli Stati Uniti, abbiamo usufruito di terapie di Analisi del Comportamento Applicata, essendo queste lo standard adottato nelle scuole statunitensi. Il bambino aveva imparato a spingere una palla e stava seduto al tavolo per mangiare. Però più tardi, sempre negli Stati Uniti, abbiamo avuto la possibilità di introdurre terapie comportamentali con un approccio meno imperativo e più collaborativo e dinamico nella relazione con noi e con gli altri. l bambino iniziò a porsi di più in rapporto con noi, a completare compiti e routine in modo meno robotico. Attualmente nostro figlio sta partecipando al laboratorio di gioco-danza-teatro “In viaggio con il ragazzo volpe” alla Fondazione Martin Egge Onlus e abbiamo felicemente riscontrato che le strategie adottate dalle operatrici– un modo di operare che parte dal bambino, attento ai minimi dettagli rispetto a quello che il bambino porta, per esempio oggetti, suoni, vocalizzi - sono in linea con le ultime terapie da noi intraprese negli Stati Uniti. Il bambino continua a mostrare più iniziativa e controllo nel modo di comunicare e fare cose insieme ad altri. Ciò lo aiuterà ad apprendere e a relazionarsi nella società in modo più naturale e autonomo. Ci siamo resi conto che rispetto a un disturbo come l’autismo, che è conosciuto molto poco e abbraccia una vasta gamma di diversità, dobbiamo avere la possibilità di usufruire di più strategie diverse. Per questo chiediamo che anche queste terapie siano portate nelle scuole e che gli operatori scolastici ne siano adeguatamente formati."

M.T.