La cronaca di Éric Laurent

venerdì 24 aprile 2015

La Cronaca di Éric Laurent

Ricercare e punire: l’etica oggi [1]

La ricerca delle cause dell’autismo procede ad un ritmo affannoso. Ogni mese, addirittura ogni settimana apporta nuove ipotesi. Una settimana dopo la pubblicazione su Nature di studi che coinvolgono l’instabilità di fronte alla mutazione “de novo”[2] dello sperma di padri anziani, un’altra pubblicazione, il 9 Aprile, nella rivista Pediatrics, rilancia la ricerca dalla parte delle madri. Proviene da ricercatori dell’Università Davis della California e dell’Università Vanderbilt. In questo studio, è stata misurata l’obesità delle madri come fattore di rischio. L’obiettivo era di mettere in parallelo “l’epidemia“ dell’obesità, una madre su tre negli USA oggi è considerata obesa, e “l’epidemia“ dell’autismo.

Mille bambini tra i due e i 5 anni, autistici e non, sono stati studiati così come la cartella clinica delle loro madri. Confrontando quelle che sono obese e quelle che non lo sono, le madri obese prima della gravidanza hanno un rischio più elevato del 60% di avere un bambino autistico e un rischio doppio di avere un bambino che presenta ritardo cognitivo o comportamentale non specificato. Il rischio è ancora più elevato quando le madri hanno un’ipertensione prima o durante la gravidanza. Irva Hertz- Picciotto, direttore del Dipartimento di Scienze Ambientali di sanità pubblica all’Università Davis della California sottolinea che “il cervello del bambino è essenzialmente sensibile a tutto ciò che accade nel corpo della madre“. Ha aggiunto inoltre che la causa è multifattoriale e che pertanto non si debbano colpevolizzare le madri. Non si sa attraverso quale meccanismo il sovrappeso o il disturbo metabolico possa influire sullo sviluppo dell’autismo. Si suppone che possa avvenire attraverso una disfunzione dell’insulina e dunque attraverso l’apporto di zuccheri al cervello del neonato.

Susan Hayman, responsabile del sottocomitato sull’autismo dell’Accademia Americana di Pediatria giudica molto positivamente i risultati di questo studio, dal commento che dà a una giornalista del Wall-Street Journal on-line: “le statistiche sull’obesità sono preoccupanti ma è un fattore di rischio modificabile“. Tutto dipende da come. E’ chiaro che un settore di ricerca desidera aprire un nuovo cantiere comportamentale. Non solamente i bambini potranno essere trattati con la rieducazione comportamentale, ma anche le madri. Bisognerà sapere quali saranno le punizioni accettabili per questa vasta impresa di rieducazione alimentare. Altri professori di medicina si sono allarmati per il carattere multifattoriale dell’epidemia di obesità. La ricerca delle predisposizioni genetiche non rende conto della velocità dell’epidemia. I fattori nell’ambiente possono essere elencati in abbondanza: alimenti preconfezionati, troppo zucchero e troppo sale, le bibite gassate, la destrutturazione delle famiglie e degli stili di vita, i pasti troppo frequenti, l’eliminazione del tabacco che permette di controllare il peso, lo stress lavorativo etc….Controllare tutti questi fattori sembra un compito gigantesco. Solo un’etica del “su misura” permetterebbe di proporre una soluzione, caso per caso. Resistere alle sirene dei discorsi salvifici attraverso la soluzione rieducativa di massa non sarà facile.

Le dichiarazioni senza tanti complimenti, a Médiapart, della direttrice del centro Camus di Villeneuve d’Ascq, (vedere LQ n°192), sul legame tra la rieducazione comportamentale e le punizioni con lo shock elettrico danno un’idea della volontà di potenza dei fautori di questo discorso. “Nell’analisi del comportamento, esistono procedure di punizione per mezzo dello shock elettrico. Tutti lo trovano scandaloso, ma è accettato dal governo olandese in certe condizioni per disturbi gravi e come ultimo rimedio“. E aggiunge per rassicurare che “Questa punizione, è efficace se il comportamento diminuisce rapidamente, altrimenti non risulta essere una buona punizione. Dunque, se non diminuisce, ci si ferma, non si metteranno 80 volt ! Ma in Francia, da quando si parla di ciò, si pensa a Qualcuno volò sul nido del cuculo…”. Il tema del “ritardo francese“ non è lontano. In Francia c’è troppa memoria.

Forse non hanno torto. Il governo americano, come il governo olandese, ha dato via libera a punizioni elettriche, dopo gli anni ’50 e le esperienze di cui il film di Milos Forman dà una versione indimenticabile, con Jack Nicholson nel ruolo che ha segnato tutta la sua carriera. Un processo in corso a New York è molto eloquente sulle conseguenze di questa licenza. La madre di un bambino autistico, Cheryl Mc Collins persegue legalmente una “scuola“ del Massachusetts, che accoglie molto new yorkesi. Il City Magazine “New York“ ne ha dato risonanza. Questa scuola si presenta come “l’ultimo rimedio“ per bambini, adolescenti ed adulti che soffrono di “disturbi del comportamento“. Gli 84 bambini e 36 adulti che accoglie possono soffrire di autismo, di ritardi mentali, o di tendenze severe all’automutilazione. Questa scuola è il solo Centro negli USA dove gli shock elettrici sono i trattamento di riferimento. Un tribunale del Massachusetts ha preso visione questa settimana di un video del 2002, in cui Andre Mc Collins, che allora aveva 18 anni, dopo essersi rifiutato di togliersi il cappotto, al suo arrivo in una nuova classe, alle nove e mezza del mattino, ha ricevuto come punizione durante tutta la giornata, 30 shock elettrici, somministrati mentre era legato, collegato ad un dispositivo ad hoc, fino alla fine dell’orario alle quattro e mezza del pomeriggio. Ha trascorso il weekend successivo in uno stato di ritiro catatonico. Il suo avvocato persegue il centro per "danni cerebrali permanenti connessi ad una risposta di stress causato da questa giornata". E' la prima volta che un tribunale potrà visionare un video che mostra in diretta l'effetto del trattamento attraverso lo shock elettrico, al di là di ogni fiction. Il processo non è isolato, in un altro caso del 2006, un adolescente di 17 anni è stato sottoposto allo shock elettrico 79 volte in 18 mesi, con dei risultati catastrofici.

I discorsi di Vinca Rivière, direttrice del Centro Camus e responsabile del master "Analisi sperimentale e applicata del comportamento" a Lille 3, forse, non sono quindi così rassicuranti come lei vorrebbe. Una vigilanza precisa è necessaria affinché queste crudeli deviazioni non si verifichino più, oltre al "rispetto delle procedure" invocato. Vengono in mente, come ha dichiarato Wikipedia, i risultati dell'esperienza di Stanley Milgram all'inizio degli anni '60, all'Università di Yale, che "ha cercato di valutare il grado di obbedienza di una persona di fronte di fronte ad un'autorità che ritiene legittima e di analizzare il processo di sottomissione all'autorità, in modo particolare quando induce delle azioni che pongono dei problemi di coscienza al soggetto". Precisamente l'obiettivo di questo esperimento era vedere fino a quale intensità di "shock elettrici" - i cui effetti sono stati simulati da attori all'insaputa dei partecipanti - alcuni studenti ne avrebbero puniti altri, qualora la punizione fosse stata autorizzata. Si sa che pochissimi studenti che si sono prestati hanno saputo resistere al processo d'intensificazione fatale. Solo in Francia si è pensato alle conseguenze degli ordini assurdi di un'autorità divenuta superegoica , "oscena e feroce".

La psicanalisi è una disciplina critica che aiuta a mantenere viva la distanza etica nei confronti dei desideri di conformismo a qualsiasi prezzo di sintomi scomodi. Il 16 aprile, una testimonianza nel quotidiano britannico The Guardian ce l'ha fatto toccare con il dito. L'attore, Henry Bond, artista e scrittore inglese che dagli anni ' 90 ha avuto la sua ora di gloria nel movimento YBA (giovani artisti inglesi) al fianco di Damien Hirst e altri, si presenta come Autistico Asperger e Lacaniano. In effetti ha un master di psicanalisi del Middlesex Polytechnics, sotto la direzione di Bernard Burgoyne, e ha pubblicato dei libri con le prefazioni di Darian Leader o Slavoj Zizek, come Lacan on the Scene, pubblicato dal MIT Press nel 2009. Ci parla della sua psicanalisi e delle sue sedute di TCC. Le TCC, amministrate nel quadro di NHS pubblico gli hanno insegnato a migliorare le sue "social skills". Ha appreso a mettere a punto delle strategie per far fronte alla sua "bruschezza sociale". Per contro, ha imparato nella sua psicanalisi che è: "Parlato dal reale, posseduto dal linguaggio". Attribuisce questa citazione a Lacan. E' una dimensione dell'esistenza che gli sembra preziosa e alla quale ha avuto accesso attraverso il suo autismo. Come altri autistici ad alto funzionamento, teme che se si trova una causa genetica dell'autismo, si cercherà di sradicarla come è stato fatto per la sindrome di Down. Tuttavia pensa che siano necessari ancora 50 anni perché la scoperta venga fatta e che nel frattempo, la psicanalisi lacaniana riuscirà a fare in modo che siano lasciate aperte le questioni etiche poste dall'autismo. A questo proposito gli torna utile l'osservazione di un oratore ad un recente congresso sull'autismo "La persona non vuole essere amata come ‘normale’, ciascuno vuole essere amato per ciò che c'è di unico in lui".

[1] Da Lacan Quotidien, numero 199, rivista on-line

[1] NdR Si chiamano “de novo”le mutazioni che avvengono spontaneamente nell’ovulo o nello spermatozoo prima della fecondazione o nell’ovulo appena fecondato.